In una prospettiva sociologica, l’affermazione che “Un insegnante non ha la capacità di formare uno studente scorretto, compito questo attribuito alla famiglia” mette in luce le criticità legate all’educazione e alla socializzazione. Essendo la famiglia il primario agente di socializzazione, essa riveste un ruolo cruciale nell’insegnamento dei primi principi e valori ai giovani. Ciò nondimeno, confinare la funzione educativa esclusivamente al contesto familiare omette di considerare la complessità del processo di socializzazione che si verifica nelle fasi successive della vita, soprattutto nell’adolescenza e in ambienti differenti, quali la scuola.
La scuola trascende il semplice ruolo di contesto per l’istruzione accademica, rappresentando altresì un ambiente fondamentale per lo sviluppo sociale e personale degli alunni, che qui apprendono a relazionarsi con coetanei e autorità differenti dai genitori. Paolo Crepet, eminente psichiatra e sociologo, sottolinea l’importanza di stabilire confini e norme chiare anche nell’ambito scolastico, per favorire lo sviluppo dei giovani.
Dal punto di vista della sociologia dell’educazione, si evidenzia che l’apprendimento è un processo globale che richiede un’interazione tra famiglia e istituto scolastico. Tali entità sono entrambe incaricate della formazione olistica degli individui, che include l’acquisizione di conoscenze, valori, norme sociali e abilità relazionali. La problematicità attuale dell’istituzione familiare e le sfide educative nell’era della digitalizzazione accentuano la necessità di un metodo educativo che veda la cooperazione tra famiglia e scuola.
Pertanto, sebbene la famiglia detenga un ruolo insostituibile nel processo formativo dei minori, la scuola assume una funzione altrettanto essenziale e complementare. La collaborazione tra queste due realtà è fondamentale per educare cittadini equilibrati e consapevoli, indicando che l’educazione di uno studente è una missione collettiva.